I titoli di stato italiani sono obbligazioni emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze volte a finanziare lo Stato.
Quali sono le tipologie di titoli di stato?
I titoli di stato italiani possono essere suddivisi in tre macro-categorie:
Zero coupon bond
Come suggerisce il nome stesso, questi strumenti non prevedono un pagamento periodico di cedole. Il rendimento scaturisce unicamente dallo scarto di emissione, ossia la differenza tra il valore di rimborso e il prezzo di emissione. Tra questi strumenti rientrano:
- Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): titoli a breve termine, ossia con durata non superiore ad un anno (3, 6, 9 e 12 mesi), emessi sotto la pari.
- Certificati del Tesoro Zero coupon (CTZ): strumenti emessi sotto la pari con hanno una scadenza a 24 mesi.
In entrambi i casi il guadagno sta nel comprare a un prezzo di emissione sotto la pari (ad es. 97) e ricevere alla scadenza un rimborso convenzionalmente pari al valore nominale di 100.
Titoli a tasso variabile
- Buoni del Tesoro Italia (BTP Italia): sono titoli con cedole semestrali e durata stabilita di volta in volta mediamente intorno a sei anni. Sono strumenti che garantiscono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi, ovvero all’inflazione. Cedole e capitale vengono rivalutati semestralmente in base al FOI, indice che sintetizza l’andamento dell’inflazione italiana.
- Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea (BTP€i): sono titoli a medio-lungo termine (5, 10, 15, o 30 anni) che prevedono una protezione contro l’inflazione a livello europeo. I BTP€i sono rivalutati in base all’andamento dell’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo nell’area euro (IAPC).
- Certificati di Credito del Tesoro (CCT): sono titoli con cedole semestrali e un orizzonte di medio termine (7 anni). Il tasso di rendimento del CCT viene calcolato aggiungendo una maggiorazione (da 0,3% a 1%) al tasso medio ponderato dei BOT semestrali.
- Certificati di Credito del Tesoro (CCTeu): sono titoli con scadenza superiore ai 5 anni che pagano cedole semestrali variabili pari al tasso Euribor 6 mesi, maggiorato di uno spread.
Titoli a tasso fisso
- Buoni del Tesoro Poliennali (BTP): sono strumenti che hanno scadenza a 3, 10, 15 o 30 anni. I BTP permettono di avere un reddito costante nell’arco della loro vita, dato dalla cedola fissa. Il valore del capitale può però variare dal capitale inizialmente investito e da quello di rimborso a scadenza.
Storicamente ed anche attualmente, i titoli di Stato rappresentano lo strumento più amato dai cittadini italiani in quanto facili da capire e ritenuti molto sicuri.
Ma sono davvero così sicuri?
Ci sono 3 principali rischi in cui si può incorrere nella sottoscrizione di titoli di stato italiani:
- Rischio di default del Paese: è la probabilità che un Paese si renda inadempiente all’obbligazione di restituire il capitale prestato e gli interessi su di esso maturati. In altre parole, con il fallimento del Paese perdi il capitale investito e gli interessi maturati.
- Basso livello di diversificazione (link a video su diversificazione): concentrare i tuoi investimenti esclusivamente su obbligazioni di Stato italiane porta a due tipi inefficienze in termini di diversificazione. Da un lato geografica in quanto l’andamento di un solo Paese inciderà su tutto il tuo investimento. Dall’altro direzionale perché la scarsità di strumenti finanziari decorrelati all’andamento dei tioli di stato porta l’intero investito a seguire un unico trend.
- Variazione dell’andamento dei prezzi: è un fattore che varia durante tutta la durata dell’investimento ed è da tenere sotto controllo soprattutto nel caso dei titoli di stato a lunga scadenza. Liquidare l’investimento prima della scadenza potrebbe portare ad una svalutazione nel caso i prezzi in quel momento siano più bassi.
I titoli di stato Italiani sono ancora molto diffusi nei portafogli dei risparmiatori italiani, spesso, però, utilizzati erroneamente come unico strumento di investimento e per questo soggetti ai rischi appena elencati.
L’acquisto dei titoli di stato deve essere introdotto in una logica più ampia di investimento, che porti a costruire un portafoglio ben diversificato composto anche da altri strumenti finanziari come i fondi comuni di investimento